TRAMONTO TARANTINO XI


INFANZIA
(secondo)

È lei, la piccola morta, dietro ai roseti.
La giovane mamma defunta scende la scalinata.
Il calesse del cugino stride sulla sabbia.
Il fratellino (è in India!) lì, davanti al tramonto, sul prato di garofani.
I vecchi che furono sepolti in piedi nel bastione di violacciocche.

Lo sciame di foglie d'oro avvolge la casa del generale.
Sono nel mezzogiorno.
Si segue la strada rossa per arrivare alla locanda vuota.
Il castello è in vendita; le persiane sono staccate.
Il curato avrà portato via la chiave della chiesa.
Intorno al parco, le garitte dei guardiani sono disabitate.
Le palizzate sono così alte che si vedono solo le cime fruscianti.
D'altronde non c'è niente da vedere là dentro.

I prati risalgono verso i casolari senza galli, senza incudini.
La chiusa è alzata. Oh i Calvari e i mulini del deserto, le isole e le mole!

Fiori magici ronzavano. I pendii lo cullavano.
Circolavano bestie di un'eleganza favolosa.
Le nuvole si addensavano sull'alto mare
fatto di un'eternità di calde lacrime.

(Arthur Rimbaud)