ODE A TARANTO
Ave, Taranto!
Città dei due Mari,
monumento della Magna-Grecia.
Tu sei Colei che diede i natali
a Ennio, Livio Andronico, Archita, Aristosseno e tanti altri
che reggono il tuo nome
e di questo fattene vanto!
Eccelsa colonia spartana
prendesti parte alla Guerra del Peloponneso contro Atene
e fosti sovrana politica sulle colonie del materno Meridione!
Archita ti diede gloria!
Ti alleasti con Pirro, re dell'Epiro nipote di Alessandro Magno,
resistetti ai Romani
ma fu gloria breve.
Le tue mura furono smantellate
Tutto fu inviato a Roma
e il tuo Livio Andronico
rese conoscenza dell' Odissea
ai trionfanti Romani.
Bizantini, Goti e Longobardi si avvicendarono
alla marcia del tuo suolo
caduta..
poi i Saraceni
distrutta.
Austriaci,
Spagnoli,
Partenopei.
Io narro la tua storia
tacita e dimentica
e la tua attuale bellezza,
facile all'invidia,
quando ti ricordo nelle notturne passeggiate
lungo le mute strade
tra i lampioni che guidano i miei passi
e le luci di navi che brillano come tanti occhi accesi.
Ti fanno veglia il Castello Aragonese,
il Monumento ai marinai,
il Ponte Girevole.
E Quando la Città vecchia dorme di fantasmi riflessi nel mare blu della sera,
la tua anima si perde nei tempi
e San Cataldo ti protegge fiero.
Qualche barchetta di pescatori ormeggia stretta al tuo suolo terreno
e tra le tue braccia si appisola all'ondeggiare del mare.
Io mi accendo di serenità
Se penso a siffatte scene.
Ti giungano i miei versi, cara Taranto,
perchè, quando avrò gli occhi spenti di sorrisi,
il tuo volto sia emblema di umile felicità!
(Ivana Gigante)