Giacinto Pannella, detto: Marco
(Teramo, 2 maggio 1930 – Roma, 19 maggio 2016)
Marco è stato fra i fondatori del Partito radicale. Insieme ai suoi compagni si batté per il diritto al divorzio, la legalizzazione dell’aborto, il voto ai diciottenni e il riconoscimento degli obiettori di coscienza al servizio militare. Ambientalista decenni prima dei Verdi (ai quali poi regalò il simbolo elettorale), all’inizio degli anni Ottanta condusse una lunga battaglia contro lo sterminio per fame nel mondo, mobilitando il Parlamento e centinaia di premi Nobel. Lo criticavano «perché di fame si muore già in Italia» e lui a spiegare che senza sviluppo e futuro quelle genti si sarebbero riversate in massa da noi. È morto povero (un privilegio, tra i politici), lasciandoci molto più ricchi: di buone leggi, di grandi idee, di occasioni da cogliere. Era troppo impegnato a vivere per trovare anche il tempo di invecchiare. Amava ripetere «Sono un uomo d’altri tempi, speriamo futuri». E a quanti lo fermavano per strada chiedendogli di battersi per questo o quest’altro lui rispondeva con la locuzione latina Spes contra spem, che così traduceva: «Siate speranza, agite! Che avere solo speranza, restando inerti, non ce lo possiamo permettere».
(Vittorio Pezzuto)
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