A COLEI CHE SI DICE SIA FREDDA
Non sei la più innamorata
di quelle che han preso la mia carne,
non sei la più saporosa
delle donne dell'inverno passato.
Ma ti adoro lo stesso! D'altronde,
il tuo corpo dolce e benevolo,
nella sua calma suprema, tutto
ha così tanto femminile,
così naturalmente voluttuoso,
dai piedini a lungo baciati
sino a quegli occhi chiari, puri d'estasi,
ma quanto e come ben saziati!
Dalle gambe e le cosce
giovinette sotto la giovane pelle,
attraverso l'odor di fresco, bello,
grazioso, discreto, dolce, cosino
appena ombreggiato di delicato oro,
che t'apri in un'apoteosi
al mio desiderio rauco e muto,
sino ai bei capezzoli di bambina,
di miss appena in pubertà,
sino al tuo seno trionfante
nella sua gracile venustà,
sino alle spalle lucenti,
sino alla bocca, sino alla fronte
ingenua e innocente all'apparenza
ma che i fatti smentiranno,
sino ai capelli corti, ricciuti come
i capelli d'un bel ragazzino,
ma la cui onda ci affascina, insomma,
nella loro ricercata semplicità.
Passando per la lenta schiena
piacevolmente carnosa, sino
al culo sontuoso, divinamente bianco,
rotondità degne del tuo scalpello,
molle Canova! sino alle cosce
che ancora bisogna salutare
sino ai polpacci, sode delizie,
sino ai talloni di raso e d'oro!
Furono nodi incoercibili?
No, ma ebbero il loro fascino.
Furono i nostri fuochi terribili?
No, ma diedero il loro calore.
Fredda, per tornare in argomento? No, fresca.
dico che la cosa migliore
fu soprattutto, e mi lecco i baffi,
una masturbazione superiore.
Benché tutte quelle gentilezze
ti sapessero preparare senza più,
come si dice, inconvenienti,
collegiale che mi piacesti.
E ti conservo tra le mie donne
rimpianta non senza qualche speranza
di quando forse ci amammo
e di senza dubbio
riaverci.
(Paul Verlaine)